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Ciao Remigio, Roma ti saluta nella tua ultima danza in cielo
C’è una favola che si racconta oggi a Roma.
Di un omino che tutti chiamavano “pazzo” anzi “Er pazzo di piazza Barberini”
La leggenda ci dice che nacque a Roma il 31 ottobre del 1943, che in anagrafe venne registrato col nome di Remigio Leonardis.
Qualcuno dice che era di famiglia molto ricca. Da giovane secondo la sua famiglia avrebbe dovuto laurearsi ma non finì mai gli studi. Tirò avanti con un mensile che la famiglia gli passava.
Secondo altri era stato dirigente di banca, per altri era un noto avvocato. Un tassista lo ricorda come un ingegnere. Insomma, a parte le sue origini di ricco borghese, tutto quello che riguardava il suo passato era molto nebuloso. Come certi personaggi delle favole o dei cartoni animati, che in fin dei conti non hanno età, né un passato certo.
Ciomunque sia, ad un certo momento della sua vita, non si sa bene né come né perché, capì che il suo scopo nella vita era quello di “fare er matto” per le vie di Roma, anzi, in un punto ben preciso, Piazza Barberini.
E senti che la sua “missione” era quella di ballare felice e rendere felici ed allegri i passanti.
Le cronache non ci dicono esattamente da quale anno il Buon Remigio cominciò la sua missione. Forse dalla fine degli anni settanta, forse metà degli anni ottanta.
Certo che era difficile non farci a caso a questo omino elegante con gli occhi buoni, con una cuffia variopinta in testa, che si muoveva attorno alla fontana, interagendo coi passanti i quali, in genere, superato il primo momento di paura, si lasciavano andare ad una risata liberatoria.
Un uomo così, sia pur “pazzo”, non poteva che diventare in breve un beniamino della gente. I romani lo amavano, era entrato a far parte dell’ambiente urbano, piazza barberini era la fontana e lui che ci girava intorno tarantolato, con mosse scoordinate e variopinte.
Le cronache dicono che avesse una bella casa, in uno splendido punto di Roma e che l’avesse allestita “come un barca vela”. Ignoro cosa questo volesse dire. So quasi per certo che fosse un attico con decine di bandiere tricolori che sventolavano per la gioia della vista dei passanti.
Ebbe anche i suoi guai con la protervia di certe “autorità politiche”.
Nel 1992 fu denunciato e condannato per vilipendio nei confronti di tal Francesco Cossiga, che ebbe la (s)fortuna di incontrare con la sua scorta, e questo la dice lunga sul diverso spessore dei due personaggi…
Difficile certe volte capire chi è l’”autorità” e chi è “il pazzo”…
Scriveva articoli, poesie su foglietti volanti. Si dice abbia partecipato, in gioventù, anche a spettacoli teatrali ed a sfilate di moda.
Sembra che queste parole: “L’unica vera ‘religione medicina’ è solo quella dell’arte e della scienza della natura cioè della realtà. La religione cattolica è invece portatrice di alienazione teologica” siano state scritte in uno di quei foglietti.
Pazzo, pazzo, ma fino ad un certo punto.
Tant’è che, intervistato da una tv locale, disse: Ma si guardi intorno, sono più pazzo io che ballo felice tra la gente o queste persone che girano incazzate e si rodono il fegato tutto il giorno, girando e rigirando attorno alla fontana? L’intervistatore non rispose e diede la linea allo studio.
Dal 2006 non si faceva vedere più quotidianamente perché aveva ricevuto un’aggressione. Aveva chiesto tutela pubblica ma nessuno gliela aveva data. E da allora quindi decise di tornare saltuariamente a Piazza Barberini, in modo da non poter essere un bersaglio troppo facile per i malintenzionati.
La sua pazzia, e che pazzia !, era di credere nella libertà di pensiero e nella libertà di parola.
Ultimamente gli acciacchi di salute si erano fatti più forti e sembra che a settembre abbia avuto un ictus con successivo ricovero in una lungodegenza.
Da tempo comunque sui balconi della sua vecchia casa non si esponevano più quelle tante bandiere di un tempo, casa abitata evidentemente da altre persone.
Questa favola l’ho scritta, raccogliendo le voci che girano su di te nella rete, dopo avere letto questa triste notizia:
Remigio Leonardis, “Er Pazzerello de Piazza Barberini” come lo chiamavano a Roma, se n’è andato ieri. Era da tempo ricoverato in una casa di cura dopo un ictus subito.
Ciao Remigio.
Abbiamo sempre saputo che non eri pazzo, solo un po’ bizzarro, magari.
Ma quante volte avremmo voluto essere noi a piazza barberini a prendere a sberleffi questa vita molto spesso assurda?
Adesso ti vediamo correre in cielo con le tue cuffiette immancabili, girando tra le nuvole.
Sta attento che San Pietro è un po’ irascibile, non lo trattare male altrimenti è capace di mandarti un secolo al purgatorio…
Una preghiera per lui e per la sua famiglia.
Ps: Ho saputo che le esequie saranno martedì 19 ottobre alle ore 10,30 presso la parrocchia di Santa Marcella, Piazza Nicoloso da Recco
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