Andamento del PIL nei principali pesi europei dal 2003 al 2012
SI parla di crisi economica, ne parla il nostro presidente della
repubblica, ne parlano i politici, ne parla la banca d’italia, ne parlano
persino le istituzioni bancarie europee che in qualche modo la crisi l’hanno “agevolata”.
Ultima notizia, l’Istat s’è accorta che le famiglie hanno
cominciato a risparmiare anche sulla spesa alimentare ( e se lo dice l’Istat,
che in genere “addomestica” i dati ad uso e consumo del potere politico…)
E’ una crisi destinata a durare ancora molti mesi, su questo
gli analisti finanziari sono tutti d’accordo. E’ una brutta notizia? Certo,
stringere la cinghia non fa piacere a nessuno, ma vediamo il risvolto della medaglia. Che ci viene mostrato
da un illuminante scritto nientemeno che da Albert Einstein:
"Non possiamo pretendere che le cose
cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le
persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall'angoscia come il
giorno nasce dalla notte oscura.
E' nella crisi che sorge l'inventiva, le
scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza
essere 'superato'.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti
e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che
alle soluzioni.
La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza.
L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare
soluzioni e vie di uscita.
Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la
vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito.
E' nella crisi che emerge il meglio di
ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.
Parlare di crisi significa incrementarla, e
tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro.
Finiamola una volta per tutte con l'unica
crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla".
Quindi? Quindi dovremmo cominciare a considerare la crisi
una “opportunità”. Opportunità per
cambiare finalmente il nostro stile di vita, rendendolo più sobrio, meno dipendente dai consumi energetici, dai cibi che
arrivano da lontano, da quelle merci che
sono un “surplus inutile”, che ma che il martellamento pubblicitario ci vuole
far credere siano indispensabili, da sprechi quotidiani di beni primari quali acqua,
cibo, energia. Non serve cambiare la macchina ogni anno, non è questo che
renderà migliore l’ambiente, come ci vorrebbero far credere i tanti soldi regalati
in questi decenni ad una industria automobilistica nazionale che ha vissuto sui
sussidi statali riducendo sempre di più la sua forza lavoro italiana.
Cerchiamo di “spingere al massimo” il km zero, diminuiamo gli spostamenti inutili, se
dobbiamo spostarci cerchiamo di raggruppare gli impegni in modo che con una
uscita sbrighiamo più commissioni oppure usiamo più persone la stessa macchina
(car-sharing), oppure usiamo il binomio, mezzo pubblico+camminare.
Creiamo degli orti
in cui coltivare quello che è possibile, ortaggi, piante aromatiche, qualche albero
da frutta, chiaramente queste sono opzioni possibili solo per chi abita fuori
città o con un terrazzo o un giardino molto grande.Magari sfruttando i principi della agricoltura sinergica o della "permacultura".
Cerchiamo di associarci con altre persone per creare dei “Gruppi di Acquisto Solidale” (GAS), che
possano acquistare direttamente dal produttore i prodotti della terra (verdure,
frutta, insalate ma anche latte, carne, formaggi e tutti i possibili prodotti
della terra e dell’allevamento), risparmiando sui costi e cercando di
acquistare prodotti “biologici” (più
indicati per la salute) ed a km zero
(per quanto possibile) in modo da risparmiare consumo di CO2 dovuto ai
trasporti.
Rendiamoci più autonomi economicamente riutilizzando vecchie cose, vecchi macchinari, scambiandoci le cose
usate che non utilizziamo più, barattando,
regalando, una cosa che oggi a me non serve può essere molto utile a qualcun
altro.
Anche nel campo dei "rifiuti" organici possiamo fare qualcosa. Con la compostiera
domestica possiamo sgravare l'accumulo di materiale puzzolente nei
secchioni ottenendo in cambio ottimo compost da riutilizzare oper le proprie piante o regalandolo agli amici.
Usciamo dal labirito del consumismo farmaceutico. Si può vivere senza aspirine,
tranquillanti, antidolorifici. Si può, migliorando la qualità della propria
vita, eliminando alcool, fumo, abuso di caffè, di carne, se non togliendo del
tutto queste sostanze. Diamo più importanza al sonno, alla qualità dei rapporti
con gli altri, all’amore, al quieto vivere, non teniamoci la rabbia dentro,
magari sfoghiamoci un attimo, senza
menare o aggredire nessuno mi raccomando, basta magari un vaffa.. per “scaricare” tensione accumulata. Per il
resto cercare invece di vivere in
armonia col prossimo, fuggendo il
più possibile le situazioni di tensione e di negatività.
Almeno il 30% delle malattie, secondo gli studi ufficiali,
molto di più secondo la “medicina alternativa”, sono causate dagli effetti secondari
indesirati dei farmaci, quindi dobbiamo essere coscienti che qualsiasi medicina
allopatica è una dose di veleno potenziale che rischia di accumularsi nel nostro
organismo.
Mi sono accorto di essere stato un fiume in piena,
affronteremo in seguito l’argomento “salute” che merita gerandi
approfondimenti.
Comunque, quello che vorrei dire è che il cambiamento può avvenire solo se siamo noi il motore trainante del cambiamento. Non ci aspettiamo che il CAMBIAMENTO venga dai politici, o dai potentati economici che anzi hanno tutto l'interesse a tenerci "schiavi" e "succubi" della crisi.
Ho descritto solo una piccolissima parte di quello che si potrebbe e si dovrebbe fare, manca una parte riguardante al volontariato ed alla solidarietà ai più deboli ed indifesi, ognuno può fare qualcosa, donazione periodica di sangue per permettere a chi ne abbia necessità di poterne usufruire tramite il servizio pubblico.
Creare cooperative ed associazioni di piccole imprese e/o imprenditori a fini socialmente utili e per riclicare rifiuti, promuovere il risprmio energetico e le energie rinnovabili pulite.
Creare circuiti di monete alternative, di compensazione, di complementazione rispetto alla moneta "euro".
Si può fare, in diverse maniere, si può fare.
Rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare, che c'è TANTO DA FARE, per aumentare la resilienza delle nostre comunità, ovvero la capacità dei cittadini, a livello locale, di riusciere a superare momenti di crisi e di carenze economiche, energetiche. alimentari, riguardanti l'approvigionamento idrico, ecc.
E' tutto collegato, dal "piccolo" deve partire il miracolo del cambiamento.
Seguirà a breve una serie di link per approfondire i vari argomenti
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