No, non c’è un nessun errore di battitura, il film italiano che ha vinto l’Oscar, per me non si chiama “La Grande Bellezza” ma la “Grande Marchetta”, per via delle numerose “marchette” presenti nel film. Dicesi “marchetta” in questo caso, la presenza di pubblicità più o meno occulta inserita appositamente nel film. La più eclatante quella della “Martini”, ma altre spuntano qua e la nel film, da una macchinetta per cucina, ad altri marchi che spuntano come funghi durante il film e di cui adesso mi sfuggono i particolari. Ciliegina sulla torta la pubblicita FIAT con Sorrentino, uscita con grande tempismo subito dopo, credo, la vittoria agli oscar.
Sono il solito “moralista”? Può darsi, ma se il film vince un premio così ambìto dovrebbe essere considerato un’opera d’arte e tutto cui mal si contempera con lo sfruttamento pubblicitario del film stesso. A parte le solite marchette “per fumatori”, mancano le marche di sigarette, perché per legge è proibito, ma le sigarette abbondano anche in questo film come in tutti i film italiani. Evidentemente c’è un accordo tra le varie produzioni e le multinazionali del tabacco che le studiano tutte pur di tenere sempre “a galla” i loro prodotti.
Ve lo immaginate Fellini, il cui film “La dolce vita” è “citato” in alcune inquadrature del film di Sorrentino, piazzare qui e la marchette nei suoi film?
Del film vero e proprio che dire? Che è un ottimo ritratto di una Roma divisa tra splendide inquadrature della città, con i suoi tesori artistici e le sue “vedute” ed il terribile “becerume” del “generone romano”, la roma papalina mischiata con la roma festaiola, feste tanto mondane quanto pacchiane, ambienti umanamente squallidissimi.
In questo “circo” ogni personaggio viene descritto con uimorismo, nelle sue incongruenze e nelle sue debolezze. Il cardinale col vezzo delle ricette da cucina, interessato più al prosaico che al sacro, l’intellettuale tanto “impegnata” quanto incoerente col suo “impegno”, tipico esempio di un mondo di intellettuali che vivono solo autoreferenzialità e anche di raccomandazioni. Nel campo della scrittura potremmo fare esempi innumerevoli, non li facciamo solo pe non rischiare la querela di qualche presunto “grabne personaggio”. In mezzo tutto ciò il protagonista che sembra finalemente prendere coscienza della sua vita, l’unico che vive con consapevole distacco l’inutile ritualità di un mondo vacuo, osservandolo con più di una punta di umorismo.
Per quanto riguarda gli attori, il protagonista è interpretato come al solito in modo magistrale da un Toni Servillo in gran forma, bravissimi gli altri attori del cast, qualitativamente di alto livello in proporzione alla piccolezza delle rispettive parti, tutti bravi. Menzione particolare alla sempre più (s)fatta Serena Grandi, della quale le malelingue dicono che ha “bruciato” decine di scene soltanto per dire due battute.
Persino la Ferillona nostra acquista nel film una certa naturalezza, nonostante la maschera facciale.
Comunque, se non avete visto ancora il film, andate a vederlo o affittate la cassetta. Non è un capolavoro assoluto, talvolta la lentezza è esasperante ma merita la visione
PS: dimenticavo, mi ha fatto uno strano effetto vedere già su canale 5 il film, va bene che il berluschino festeggia anche lui l'oscar, però, devastare ulteriormente il film con anche della pubblicità "esterna" mi è parso un pò troppo
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