Scusatemi ma dopo aver letto la notizia della bocciatura del decreto Salva-Roma mi sono documentato sull’argomento
Partendo su un dato di fatto: il bilancio in rosso del comune di Roma con un buco di circa 800 milioni di euro ereditati, che il Sindaco Marino dice di aver ereditato da Alemanno, il quale a sua volta diceva di aver ereditato dal precedente sindaco Veltroni, il quale non sappiamo se l’avesse ereditato da qualcun altro.
Praticamente un bilancio colabrodo che da decenni mette pietosamente in mostra l’incapacità delle varie amministrazioni capitoline nella gestire i conti.
Due le motivazioni, una, quella ufficiale, della politica “ufficiale” che ha governato, malissimo, negli ultimi decenni, destra e sinistra uniti nell’inefficienza: per loro le cause riguardano troppi servizi da produrre a fronte di ricavi insufficienti. Molti politici sussurrano una volontà sotterranea ma non troppo a tagliare i dipendenti capitolini, secondo loro causa non troppo nascosta dell’enorme volume di spese del comune di Roma.
Seconda motivazione, quella di gran lunga più plausibile, accosta il problema “Roma” al problema Italia.
Una gestione “politica” delle risorse fatta in base di assunzioni nepotistiche nelle società a partecipazione comunale, esternalizzazione di servizi esterni da parte di aziende private riconducibili troppo spesso a politici o parenti o amici dei politici. Un enorme conflitto di interesse perenne che drena quantità mostruose di denaro, togliendole ai servizi per i cittadini, impoverendo e mortificando le professionalità interne dei dipendenti comunali, dando all’esterno lavori con appalti poco chiari, truccati o addirittura affidando all’esterno incarichi senza alcun appalto. Il tutto nel segno di una completa mancanza di trasparenza e di correttezza istituzionale.
E’ non troppo “strano” il fatto che, contemporaneamente alla bocciatura del decreto salva-Roma, sia stato rinviato a giudizio l’ex capo della polizia municipale di Roma, con alcuni altri dirigenti, per mazzatte ed appalti.
Non è strano neanche il fatto che molte aziende fortemente partecipate dal comune di roma come AMA ed ATAC, siano da anni al centro di vergognosi scandali. Ricordiamo per l’ATAC lo scandalo dei biglietti utilizzati per finanziamento illecito di partiti, la parentopoli, le folli assunzioni di impiegati e dirigenti “parenti ed amici” del politico di turno. Cambia colore di governo, non cambiano i “vizietti” della politica.
I sindaci che si sono succeduti, una volta saliti sul lo scranno di sindaco, hanno dovuto pagare pegno ai loro “grandi elettori”, ecco perché alcune lobby, come quelle dei “costruttori” o come quelle dei politici “dispensatori” di assunzioni, siano sempre stati favorite in modo dissennato. E non basta dare un pennello di vernice nuova a nascondere il vecchiume di questo modo di governare, Non basta cambiare il logo del comune di Roma in quello di “Roma Capitale”, spendendoci pure dei soldi dei contribuenti, per rendere più degna la città eterna.
Parlavamo di lobbies. Ad esempio i costruttori, autori dell’edificazion selvaggia di interi nuovi quartieri, che rendono sempre più “tentacolare” la città ed anche più brutta, basti pensare a certi quartieri nati a fianco di enormi centri commerciali e privi spesso di tutte quelle opere urbanistiche che fanno di un gruppo di case una vera comunità e non una città dormitorio.
Oppure pensiamo allo scandalo della Metro, le cui linee nuove viaggiano ad una velocità da lumaca, con i costi degli appalti che si gonfiano ogni giorno di più e con modalità sempre poco trasparenti.
Ma torniamo ad un’altra azienda partecipata dal Comune di Roma, l’AMA. Anche qui scandali su scandali. Una gestione opaca dei rifiuti mette in luce contiguità preoccupanti col maggior monopolista del settore, l’avv. Cerroni, proprietario dei maggiori impianti(discariche , inceneritori, ecc del Lazio), oggi ospite delle patrie galere. Viene spesso boicottata la raccolta differenziata, che ancora è, a Roma e nel lazio, a livelli di terzo o quarto mondo, L’AMA si è caratterizzata in questi ultimi anni per appalti esterni per importi di molte decine di milioni di euro. Da un lato continuano le assunzioni “selvagge”, dall’altro si esternalizza di tutto. Operazioni di sanificazione e bonifica delle proprie sedi date a ditte esterne. Idem riguardo alla pulizia di mercati domenicali come quelli dio Porta Portese, idem riguardo la gestione dei rifiuti nei campi nomadi. Tutti lavori dati a ditte esterne, invece di utilizzare le risorse interne disponibili. E dietro questo non ci può che essere ancora il famigerato “conflitto di interessi”.
Il problema ora immediato è di evitare il default del Comune di Roma, ma nel futuro occorrerebbe cambiare radicalmente politica, sradicando la malapianta dei conflitti di interesse, della corruzione, della parentopoli, della esternalizzazione, utilizzando meglio le risorse interne, che esistono, sono male utilizzate e sono anche molto spesso “umiliate” da una gestione parassitaria della politica e di una parte della dirigenza, che difende soltanto i propri privilegi a scapito degli interessi della collettività.
Ma all’orizzonte non si vedono cambiamenti significativi, scusate ma al momento restiamo molto pessimisti anche per il futuro…
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