Siamo a circa il 60% dello scrutinio dei voti delle primarie del PD di oggi, 8 dicembre 2013.
Non c’è dubbio alcuno che il grande vincitore è Matteo Renzi, attualmente a quota circa 68% dei suffragi, ben al di la del limite sotto il quale si sarebbe dovuti andare al ballottaggio. Sonora sconfitta di Cuperlo, sostenuto dall’apparato di partito e buon risultato dell’outsider Civati, che partendo dal nulla, stà “marcando” molto da vicino Cuperlo.
Come ha detto più di un maligno, la vera campagna elettorale per Renzi è stata quella fatta da personaggi come D’Alema, i quali schierandosi apertamente contro, gli hanno spianato il successo captando voti da tutti gli scontenti dell’attuale classe politica del PD, composta nella migliore delle ipotesi di personaggi ormai considerati “elefanti della vecchia politica”, lontani anni luce dalla “pancia” del nostro paese, incapaci di rappresentare degnamente il loro stanco elettorato.
In questo Renzi ha avuto buon gioco, facile presentarsi come “rottamatore”, facile presentarsi come epigono della “nuova politica”.
Ma è tutto oro quello che riluce?
Certo che no.
Intanto Matteo Renzi si è dimostrato un campione di quella politica postberlusconiana, che ha saputo sfruttare alla grande i media, diventando un “personaggio”, prendendosi una visibilità che pochi sono riusciti ad avere in questi ultimi tempi, una visibilità degna del migliore (o peggiore, secondo i punti di vista) Silvio Berlusconi. Onnipresente, è stato filmato a poche ore dal voto delle primarie in bicicletta o a spasso per le vie del centro a parlare coi cittadini. Simpatico, politically correct, ha voluto darsi l’immagine della “faccia pulita della politica.
Però, al di la una questione prettamente di immagine, cosa resta d’altro? Ben poco. Programmi concreti? Poco o niente. Del suo passato e presente di amministratore prima in provincia e poi al comune di firenze resta una pesante censura e condanna della corte dei conti per aver sperperato soldi pubblici .
. Restano ad esempio delle dichiarazioni pro-inceneritori che ci lasciano ancora oggi basiti, resta una gestione del comune di firenze con molte ombre e poche luci, resta il fatto che invece di cercare di essere un buon amministratore abbia sfruttato tutte le carte e le energie per aumentare la sua forza nel PD e la sua visibilità mediatica. Reta il fatto di aver mantenuto la carica di sindaco, a cui adesso affiancherà l’incarico di segretario del PD, con l’obiettivo, neanche tanto nascosto, di diventare il nuovo presidente del consiglio italiano. Insomma, sembra la carriera più che altro il solito politico “collezionista di poltrone d’antan”, lo si sarebbe potuto collocare in passato nella vecchia dc, in cui del resto, non a caso, ha militato il padre.
Lo stiamo accusando di non essere di sinistra?
No, questo neanche ci interessa, visto che da tempo non crediamo più al bluff ideologico destra-sinistra, lo stiamo accusando di NON ESSERE. Di essere cioè un grande bluff mediatico, un niente politico nùbebn confezionato. Ma quando gli italiani lo capiranno temo che ila frittata sarà già fatta…
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