Cosa fatta capo ha, questo era il proverbio che mia madre utilizzava spesso per chiudere discussioni riguardo a cose avvenute, magari sbagli o errori fatti.
A mia madre piaceva molto utilizzare i proverbi, a me un po’ meno per la verità, alcune volte mi paiono più che lo specchio della saggezza popolare lo specchio del conformismo popolare.
Quando ero più giovane, chissà perché, ero convinto che se uno sbagliava in “buona fede” era quasi “assolto” dall’errore fatto, in quanto la “buona fede” era un sufficiente elemento esimente. Col tempo, e con tanti errori fatti, o visti fare da altri, mi sono accorto che “in buona fede” si potevano fare errori terribili, enormi, devastanti… alla faccia della “buona fede”…
E così adesso, quando prendo una “cappellata”, scusate il termine "gergale", cerco di non autoassolvermi più con la frasetta un po’ ipocrita: “l’ho fatto in buona fede!”.
Che significa? L’ho fatto e basta!
E se lo avessi fatto in malafede sarebbe una aggravante.
L’errore da non fare, una volta che si siamo accorti di aver fatto uno sbaglio, di qualsiasi tipo esso sia, è quello di farsi torturare dai “sensi di colpa”, eredità della cultura cattolica, che è basata anche sui sensi di colpa e sulla necessità di liberarsene mediante la confessione.
Il senso di colpa è una “cagata pazzesca” direbbe Fantozzi. Dal senso di colpa noi dobbiamo tirar fuori soltanto l’elemento “esperienza” che ci aiuterà, la prossima volta che ci troviamo nello stesso frangente, a non commettere lo stesso errore.
Del resto gli errori sono i nostri più grandi maestri di saggezza. Ho preso molte “cappellate”?
Beh vorrà dire che prima o poi diventerò un grande saggio…
Chissà, c’è sempre tempo…
Naturalmente scherzo, ça va sans dire.
Le conseguenze dell’errore possono essere quelle “dirette” (cioè del tipo causa-effetto: tiro un sasso -> colpisco qualcuno) oppure indirette, riferite a terzi, coinvolti per caso o volontariamente, o che si ritorcono contro l’autore (se vìola il codice della strada sarà una multa, se vìola il codice penale sarà l’arresto, e così via)
Ma perché sto parlando di questo argomento?
Deve essere il caldo, ma me lo sono dimenticato…
Vabbè, comunque è un argomento interessante, non credete? E voi, come la pensate?
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