Il fondamentalista riluttante (The Reluctant Fundamentalist)
diretto da Mira Nair e interpretato da Kate Hudson, Liev Schreiber, Kiefer Sutherland, Victor Slezak, Clayton Landey, Ismail Bashey, Christopher Nicholas Smith, Roy McCrerey, Joel Rogers, Sarah Quinn.
Prodotto nel 2012 in USA –
Uscita: 26 aprile 2013 (USA)
Distribuito in Italia da Eagle Pictures il giorno 13 giugno 2013.
Regia dell’indiana Mira Nair.
"Mai fidarsi delle apparenze" è la frase "guida del film" una frase che, in questo blog, ci sta benissimo...
Intanto la prima cosa che colpisce è una colonna sonora vigorosa e scoppiettante, un mix tra le melodie arabe ed il rock, sin dall’inizio si rimane subito catturati dal commento sonoro che strabocca dalle prime immagini del film e sottolinea con calibrata precisione le varie fasi della storia. Storia ambientata nel periodo a cavallo con l’11 settembre, col protagonista diviso tra gli Usa e il Pakistan, in un crocevia tra due civiltà così lontane ma così “intrecciate” come quella statunitense, ed i suoi pseudo-valori, soldi, ricchezza, “potere” e “controllo” e quella Pakistana, alla ricerca delle sue antiche radici.
Un sorprendente Liev Schreiber dona il suo volto ed il suo sguardo straordinariamente vivo ad un personaggio, un studente, immigrato pakistano che trova lavorto nella city, è spinto dalla sua sete di rivalsa a diventare uno spietato “tagliatore di teste”, nel senso di tagliare posti di lavoro per aumentare la redditività delle aziende sue clienti.
Ma i casi della vita ed il suo forte senso di identità pakistana lo portano prima a rinunciare alla donna amata, che lo ha in qualche modo “tradito” riversando il loro amore nelle sue performances artistiche, quindi, appena compiuto il “salto” di carriera che tanto desiderava, si trova in una situazione che risveglia in lui l’orgoglio delle sue origini facendogli cambiare la sua vita in pochi istanti con una virata di 180 gradi.
Non staremo qui a svelare tutta la storia, diciamo che è una diversa lettura sullo “scontro di civiltà” che molti hanno voluto creare dopo l’11 settembre e di cui viene data una interpretazione originale e “super partes”.
Colpiscono molto certe analogie rispetto agli anni intorno la seconda guerra mondiale, quando Gandhi dovette combattere sia il colonialismo britannico sia i primi nascenti vagiti di un estremismo islamico che si contrapponeva ad un estremismo indù. Gandhi riuscì a dare al suo paese l’indipendenza ma non riuscì a far prevalere definitivamente gli ideali della non violenza rispetto agli estremismi religiosi. Da quei giorni e da quelle lotte nacque il Pakistan.
Bellissimo il finale, pieno di suspence,col protagonista che solo nel finale svela finalmente la sua vera faccia.
Il film è un bellissimo racconto, nonostante qualche battuta a vuoto dovuto ad alcune cadute di ritmo.
Tra i protagonisti spiccano, oltre il protagonista, un Kiefer Sutherland che ricorda terribilmente il padre attore, e tanti comprimari che reggono molto bene la scena.
Merita di essere visto anche per le riflessioni che suscita.
Buona visione a tutti!
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