Sono reduce dalla presentazione del libro “Pensare come le montagne”, dove ho ascoltato l’autore, Paolo Ernani, circa la necessità di cambiare le nostre scelte ed il nostro stile di vita per poter poi cambiare l’italia ed il mondo. Coerenza nel nostro stile di vita, questo era il suo primo punto. Nel suo intervento, tra le altre cose, parlava della “Banca Etica” e della necessità di usare questa banca invece delle “solite banche”…
Bene, dato che la cosa mi interessava l’altra sera mi sono informato su internet, ed ho visto che c’era una filiale di Banca Etica a Roma dove poter prendere informazioni ed eventualmente aprire un conto, così chiudevo quello che ho su un’altra banca, “non etica”.
Stamattina, a pochissimi giorni di distanza, mi capita uno di quei casi incredibili, sapete le coincidenze con la “C” maiuscola: parcheggio proprio “davanti” alla unica filiale romana della Banca Etica, di cui non sapevo esattamente l’indirizzo, manco a farlo apposta! Rido tra me e me della strana coincidenza, qualcuno dice che le coincidenze non sono mai casuali….
Bene, entro, deciso a prendere tutte le informazioni e ad aprire il conto, porca la miseria la coerenza innanzi a tutto! Prima piccola sorpresa: vedendo bene la banca è nello stesso edificio della Banca Intesa-San Paolo, sembra quasi sia una “dependance” della banca stessa, i locali sono attigui ed il palazzo è lo stesso. Uhm, strano, mi sarei aspettato una “location” diversa, più indipendente. Va bene, può essere una vicinanza “casuale” ( ma quanti casi stamattina…)
Ci sono diverse persone prima di me. Non si usano i soliti numeretti, ma il metodo, antico come il mondo, di chiedere: chi è l’ultimo? Diverse le persone in fila davanti a me, un tizio che è voluto passare avanti “perché aveva una urgenza particolare”, e vabbeh vada avanti… quando toccherebbe a me arriva una signora incinta con relativo marito, reprimo, a fatica devo dire, la mia insofferenza, notando tra me e me che le donne incinte hanno una forte predilezione ad andare in banca ed alla posta, come sono cattivo, penso sempre male…
Va bene, la donna incinta passa avanti, mica possiamo farla aspettare, no? Prego che non ci sia una processione di donne incinte proprio adesso, no, adesso tocca a me. Entro nel boxetto con l’impiegato che mi chiede cosa mi serve. Appena gli accenno al fatto che vorrei aprire un conto mi spiega che è una procedura lenta, lui deve agevolare le procedure veloci, mi chiede di aspettare una sua collega. Rivado nella zona “attesa”, passano i minuti ed io lì ad aspettare.
Intanto scambio due chiacchiere con un signore molto affabile che è in fila. Dico che io in banca non ci vado quasi mai, solo per aprire o chiudere un conto, in questo caso per aprire. Il tizio mi interrompe e dice che lui è lì per chiudere il conto. Gli chiedo il perché, la banca non è veramente etica? O non funziona bene?
Il signore mi fa presente che la gestione dei clienti è pessima, già intuivo qualcosa, difficoltà per movimentare cifre anche modeste che superano dei plafond minimi, complicato versare assegni e così via. Inoltre non è più così convinto del fatto che sia una banca veramente etica, parlando con un amico che è un vecchio cliente ha scoperto che le cose non stanno più come in origine e quindi anche la banca etica è diventata meno etica col passare del tempo…
Ah, il tempo, intanto stavo ancora aspettando, forse l’attesa ha chiarito i miei dubbi… Saluto il signore ed esco dalla banca.
Non saprei se Banca Etica sia realmente Etica o no, sono sicuro però che l’etica della cura dei clienti non faccia parte della sua filosofia, peccato, mi sarebbe piaciuto raccontarvi un’altra storia, quella di una banca alternativa, magari in un bugigattolo piccolo ma colorato, che accoglie i clienti col sorriso e non li fa aspettare. Ma quella è una storia che non è mai avvenuta…
Grazie per questa testimonianza che conferma i miei dubbi, purtroppo, sulla Banca Etica. Peccato! mi sarebbe piaciuto di poter contare su una vera banca etica
Alex
Scritto da: Alex | 05/08/2014 a 01:16
Sono un cittadino di Ravenna di 39 anni che ha partecipato nel 2006 ad un progetto di housing sociale promosso dal proprio Comune.
Il progetto prevedeva che i destinatari, selezionati attraverso un bando pubblico per meriti di reddito, fossero messi nelle condizioni di costruirsi la propria casa seguiti e aiutati da personale specializzato.
A tale scopo il Comune si avvalse di una organizzazione non governativa con esperienza in questo campo che aveva già realizzato progetti di autocostruzione assistita, Alisei Ong.
La gestione del cantiere da parte di Alisei Ong era totale, maestranze e direttore lavori, acquisto materiale, gestione burocratica e amministrativa.
Questa aveva anche un Istituto di Credito con cui aveva una collaborazione a livello nazionale, Banca Etica, pronta a finanziare il progetto. Dopo poco più di 2 anni la organizzazione sparisce lasciando le famiglie con un cantiere al 50% di avanzamento lavori e un debito di oltre 1 milione €. Nel 2012 le famiglie occupano il cantiere per 94 giorni e 94 notti, abitando gli scheletri di quelle che dovevano diventare le proprie case, senza luce, acqua, gas.
Queste le immagini di quei giorni: bit.ly/1ghUlzt
Come si dovrebbe comportare una banca etica nei confronti di un debitore che si trovasse nella difficoltà di restituire un prestito? Chiaro, non dovrebbe più esigere il proprio credito per non condannare quella persona che per un motivo o per un altro non lo può rifondere.
Già, ma Banca Etica il credito invece lo esige, proprio come una banca e ti pignora se non lo rifondi.
Proprio come è successo con gli autocostruttori di Filetto. VEDI: http://bit.ly/1gtJ3Zl
Ma come sono stati gestiti gli altri 15 cantieri sorti in tutta Italia?
Quello di Ravenna fa parte di un progetto denominato "UN TETTO PER TUTTI" che è avviato nel 2002 e prevede, nella sola regione Lombardia, la costruzione di 125 alloggi, nell'arco di tempo di 24 - 30 mesi.
Contemporaneamente il progetto viene proposto in Umbria, dove nel corso dello stesso periodo sono avviati 4 cantieri.
Nonostante le cose non procedano proprio a gonfie vele (i cantieri che dovevano durare 18-24 mesi in realtà da subito denunciano gravi ritardi), Alisei riesce a convincere anche il Comune di Ravenna, dove saranno avviati ben 3 progetti.
Il risultato di questo progetto è disastroso. Su circa 15 cantieri avviati (un cantiere anche in Veneto, in provincia di Padova) solo 4 vengono terminati, ma con gravi ritardi e difetti strutturali, gli altri sono abbandonati da anni al grezzo. Nella sola Lombardia sono stati "buttati" 11,8 milioni di finanziamenti pubblici.
Nonostante tutto ciò nel 2009 in Campania si decide di proporre la stessa metodologia, nel Comune di Villaricca e di Piedimonte Matese.
La regione mette a disposizione un finanziamento a fondo perduto di 850.000 €. Chi è il soggetto promotore e gestore? Alisei.
Chi finanzia i cantieri? Come al solito, sempre Banca Etica.
I meccanismi della truffa li dovranno scoprire la Magistratura, io sostengo che Banca Etica non potesse finanziare questi cantieri perché non si trovava nelle condizioni di terzietà richieste nella conduzione di un progetto di edilizia pubblica regolato da bando pubblico.
Il 30 dicembre 2013 gli autocostruttori di Filetto hanno depositato una causa civile nei confronti dei soggetti coinvolti: Alisei Ong, Banca Etica e Comune di Ravenna, perché sembra chiaro che ci siano responsabilità oggettive e indiscutibili da parte di tutti.
A questo scopo vi segnalo questo blog: EQUILIBRIO1
Scritto da: Matteo Mattioli | 03/28/2014 a 09:17