La notizia è di quelle che fanno riflettere, com’è possibile una cosa del genere? Questa torre era anche una struttura molto recente, infatti era entrata in funzione nel 1997, come è possibile che possa crollare a seguito dell’urto di una imbarcazione, sia pure grande, come una petroliera di media stazza come la Jolly Nero?
Intanto, come si vede da questa foto:
la torre si sporgeva sul mare, a differenza della vecchia costruzione che era diversi metri più “dentro”. Addirittura la nuova costruzione fu fondata sull’acqua, per l’ovvio scopo di non “consumare terreno”. Tutto questo è avvenuto però a discapito di una congrua distanza di sicurezza.
nel sito che vi ho linkato si descrive la storia dell'edificio, come fu costruito, quando, ecc, ecc.
Si scrive tra l'altro:
“Dall'alto dei suoi 55 metri, dal 1997 simboleggia il fiore all'occhiello, nonché l'anello strutturale e tecnologico che pone il Porto di Genova tra gli empori più importanti del mondo. La T.C. rappresenta, nella realtà portuale moderna, la cabina di regia, il cervello operativo, il punto di contatto di tutti i soggetti presenti nel sistema, che intendono effettuare operazioni commerciali.”
Questo per la torre, che crollando ha danneggiato gravemente gli edifici più bassi, ricordiamoci che ci sono numerosi morti e dispersi, tutti lavoratori, marinai, ufficiali, nell'ambito portuale.
Ma non è tutto. A che distanza manovravano le petroliere?
A questa domanda risponde, implacabilemente, Google Earth, misurando la distanza tra la punta della petroliera e l’edificio ci sono circa 50 metri, non tanti per imbarcazioni che hanno comunque bisogno di ampli spazi di manovra. Ecco lo schema da google earth:
Errore umano? Avaria? Presto lo sapremo, rimane il fatto che il
posizionamento dell’edificio, a nostro avviso, non era congruo con normali requisiti
di sicurezza. Una cosa è una nave che investe una semplice banchina portuale, ci
sono danni ma non può crollare nulla, una cosa è se attaccata alla banchina c’è
una torre alta più di 50 metri.
Ma certe cose, soprattutto in Italia, si capiscono solo “dopo” che avvengono gli incidenti…
Non essendo esperto in ingegneria navale, ma solo di ingegneria civile nonchè di sicurezza, potrei aver detto delle inesattezze, se così fosse invito qualche lettore più esperto di me a chiarire i punti più "tecnici".
Ps:
Un altro punto, che mi era venuto in mente, ma che non ho trattato, riguarda la tormentata storia di molte navi "Jolly" di proprietà dell'armatore Ignazio Messina
Sono d'accorto, Roberto. Molto probabilmente proprio in quelle decine di metri che distanziano la nuova torre dalla vecchia c'è la causa del disastro. Prima si preferiva mettere questi edifici ad una una certa distanza di sicurezza dalla banchina, la nuova torre, costruita a picco sul mare, ha reso la struttura stessa esposta ai rischi di urti con uno di questi gigantui del mare che percorrono, facendo anche manovre, questo specchio d'acqua. Temo che alla fine la responsabilità di queste scelte non verrà addebitata a nessuno, mentre dovrebbe essere, a mio parere, addebitata al committente.
Scritto da: alex | 06/12/2013 a 09:25
Ho tutto il rispetto per le vittime ed i parenti in lutto, però sono convinto che quella torre costruita a filo del molo prima o poi sarebbe stata buttata giù, pertanto la responsabilità principale è di chi l'ha fatta costruire in quella posizione, per sfruttare lo spazio verso l'acqua, avere una torre con perfetta visibilità in mezzo al bacino di manovra, a scapito della sicurezza del personale alloggiato nella grande sala di controllo a 50 metri sulla torre, torre estremamente esposta ( come paracarro stradale ) a qualsiasi errore di manovra che prima o poi qualche grande nave doveva commettere. Una decina di metri dall'acqua avrebbero salvato gli addetti sulla torre, quindi è responsabile del disastro principalmente chi ha messo delle vite umane a lavorare in quella pericolosa struttura così fortemente esposta al rischio di un urto. Dato il rischio, si potevano installare, in cima ad una torre più snella, delle semplici telecamere governabili dalla base di controllo a terra, evitando l'esposizione al rischio di uomini sulla torre, oppure progettandola ad una distanza di rispetto dall'acqua sufficiente ad evitare un urto.
Scritto da: Roberto | 06/12/2013 a 01:02