Giacinto Pannella detto Marco, politico di lunghissimo corso, già all’università aveva dato prova delle sue doti di politico innato.
Ha superato indenne le prime, le seconde repubbliche, le dc , i pci, i craxi, gli andreotti, i cossiga (li scrivo minuscoli apposta).
Ha scritto la storia italiana dei referendum, il divorzio prima di tutto, poi tutti gli altri, quello contro il finanziamento dei partiti,, ecc ecc.
Di lui s’è scritto e detto di tutto, sia nel bene che nel male, come ogni personalità forte, ha “spaccato” sempre in due l’opinione pubblica. Chi lo vede gigionesco, prolisso, logorroico, menzognero, banderuola, accentratore, dotato di un “io” fortemente ipertrofico, portato spesso ad un sensazionalismo e ad una ricerca di stupire sempre (la cicciolina, gli accordi con berlusconi, le prese di posizione controcorrente per partito preso…).
Chi invece lo vede come padre saggio della patria, illuminato, sempre avanti rispetto ai tempi, precursore, visionario, difensore della costituzione e dei diritti civili sempre e comunque, disponibile al dialogo, aperto, di grande cultura.
Probabilmente la verità stà nel mezzo, difficile dirlo, certo che se l’albero si dovesse giudicare dai frutti, beh, i suoi frutti, Rutelli, Capezzone e Bonino potevano venire un po’ meglio, ma lì credo abbia ha vinto il pannella padre-padrone del partito radicale, l’unico personaggio carismatico che abbia tenuto in piedi per tutti questi anni la “galassia radicale”, coi suoi meriti e le sue colpe.
A me stà simpatico, anche se a volte mi indispettisce con le sue prese di posizione e con certe sue battaglie che talvolta mi paiono soprattutto “strumentali”, soprattutto quella verso la “partitocrazia”, nella quale il partito radicale si è inserito perfettamente, a livello di incarichi, poltrone e responsabilità.,, nonostante si cerchi sempre di tirarsi fuori dal fango della politica.
Marco Pannella l’ho incontrato personalmente solo una volta, io ero a prendere le firme nei banchetti del Vday, lui ci venne a trovare, cordiale, sorridente, un’aria molto diversa da quella del tipico politico italico furbetto e diplomatico quanto basta. Fece il giro dei banchetti, un sorriso ed una battuta per tutti, ed in quel momento era felice di trovarsi in una situazione a lui vicina. Niente calcoli politici né pompa magna, solo un ragazzone dai capelli bianchi in mezzo ad altri “ragazzi”, felice di esserci.
Ora che Marco Pannella, alla sua “giovane età”, continua a sorprenderci mettendo a dura prova il suo fisico, per quanto ben allenato a digiuni, con l’ennesimo sciopero della fame e della sete, non posso che rivolgermi a lui con un certo affetto, nonostante non mi consideri affatto un radicale, affinchè sappia che non è necessario sfidare il proprio corpo più di quello che stà facendo. Leggo in questi ultimi minuti che ha accettato di porer termine momentanemente allo sciopero della sete, fa bene, ci serve vivo e vegeto, come testimone de nostro tempo, testimone scomodo e spesso sgradito ma della cui presenza ormai non sappiamo farne a meno.
Spero che il parlamento decida di approvare la legge che permetti di sgravare le carceri dal peso dei troppi detenuti presenti e che quindi lo scioopero di Marco Pannella sia servito a qualcosa.
Nel frattempo non posso che mandare un forte abbraccio a Marco!
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