Leggendo il seguente articolo di Michele Serra su La Repubblica mi sono sorte spontanee alcune considerazioni.
Intanto, ecco l’articolo:
<Io questo Franco Fiorito lo conosco. E lo conoscete anche voi. Lo abbiamo visto dietro il bancone di un bar. Alla guida di un autobus. Alla cassa di una pescheria. In coda all' ufficio postale. È un normotipo popolare italiano. Franco Fiorito, "er federale de Anagni", è uno di noi. La parola "casta" è perlomeno fuorviante. Lascia intendere che esista un ceto parassitario alieno alla brava gente che lavora, quasi una cricca di invasori. Purtroppo non è così. Tra casta e popolo c' è osmosi, e un continuo, costante passaggio di consegne. Fiorito non nasce ricco e non nasce potente. Fiorito è un prodotto della democrazia. Molti italiani che oggi sbraitano contro la casta, ove ne facessero parte, sarebbero identici a Franco Fiorito, per il semplice fatto che sono identici a Franco Fiorito anche adesso. Non si cambia un paese se non cambia il suo popolo, non migliora un paese se non migliorano le persone, la loro cultura, le loro ambizioni. Il mito della "democrazia diretta" non mi cattura perché non tiene conto di un micidiale dettaglio: se a decidere direttamente chi dovrà rappresentarli sono i Franco Fiorito, eleggeranno in eterno Franco Fiorito.>
MICHELE SERRA
20 settembre 2012 La rubrica "L'Amaca" su REPUBBLICA
Ho letto questo articolo e sono inorridito.
Perché
1) dimostra di ignorare totalmente cosa è si intende per “democrazia diretta”
2) dipinge gli italiani in modo razzista, come degli incapaci di scegliere i loro rappresentanti.Cosa proporrebbe in alternativa alla democrazia, diretta o non diretta che dir si vuole il nostro Serra? Il leaderismo di oggi in cui una piccola oligarchia decide chi deve rappresentare gli italiani e chi comanda? Le liste “bloccate”? Governi composti da pseudo-tecnici, che non rappresentano nè gli elettori e né gli italiani? E’ questa la soluzione proposta? Soluzione fallita in partenza, visto che è proprio l’attuale staus quo una delle cause della corruzione in cui versa la politica.
3) E’ vero che tra il politico mangione e molti italiani non c’è alcuna differenza, ma proprio per questo occorre cambiare la politica, mettere dei paletti per costringere alla moralità chi vuole fare politica. Democrazia Diretta vuol dire controllo del politico da parte dei suoi elettori e dei cittadini, fino a prevedere la possibilità di revoca del mandato. Vuol dire MASSIMA TRASPARENZA della gestione della cosa pubblica, a tutti i livelli, in modo che siano impossibili gli attuali “giochi delle tre carte” per intascarsi illecitamente denari che dovrebbero semmai finanziare la politica e non personalmente i politici o i partiti “padronali” ed “oligarchici” di oggi. TRASPARENZA negli appalti, nei CONFLITTI DI INTERESSE, che in Italia sono ENORMI e non riguardano solo Berlusconi.
4) Democrazia Diretta vuol dire che non devono esistere i politici “di professione” ma solo cittadini che abbiano l’opportunità di entrare in politica per dare il loro contributo alla politica senza ricavarne benefici personali o favoritismi da casta, ma solo un giusto stipendio parametrato sugli stipendi medi degli italiani, magari leggermente più alto per via delle sue responsabilità. Cittadini che possano venire eletti senza investire una montagna di soldi, che poi devono ritornare sotto forma di prebende, mazzette o altre ruberie illecite o legalizzate. Occorrerebbe poter dare a tutti la stessa visibilità mediatica, in modo che non vinca il più ricco ma quello che veicola le idee più gradite dalle persone.
5) Democrazia Diretta è quindi avere una informazione LIBERA, APERTA, senza padroni, per permettere ai cittadini di decidere in modo corretto, senza istradare il voto con giochetti mediatici come accade oggi.
6) Democrazia Diretta è sviluppare ed ampliare l’uso dei referendum, anche propositivi, in modo che i cittadini possano “correggere” le scelte dei politici che non condividono, rendendo la democrazia rappresentativa più vicina ai cittadini. Ad esempio, per chiarire in cosa consiste la proposta di Democrazia Diretta, ecco una proposta di Disegno di Legge Costituzionale d’iniziativa popolare, di cui si sono raccolte firme, con successo, fino a poche settimane fa,
7) Ma di tutto questo, Michele Serra, poveretto, è a conoscenza? Io direi proprio di no… Gli è bastato “sparare” contro la D.D. senza conoscerla e senza proporre una medicina migliore per l’attuale politica corrotta…
8) P.s. da segnalare, tra le tante risposte a Serra che si trovano in rete, la secca replica di Debora Billi nel suo blog: con parole che sottoscriverei dalla prima all’ultima.
9) P.s. 2 - Ci sono alcuni gruppi e movimenti politici che propugnano la Democrazia Diretta, tra gli altri, quelli che stanno "più avanti" nel discorso della D.D. e sono più coerenti anche nella loro democrazia interna sono i Democratici Diretti e la RETE DEI CITTADINI
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