Quella della Costa Costa Concordia piegata sul fianco è l’immagine dell’italia semi-affondata da comandanti cialtroni che nel corso di questi anni hanno lavorato per i loro biechi interessi personali. Il penultimo, quello che continuava a dire che non c’era crisi e che i “ristoranti erano pieni di gente”. Giusto il parallelo sottolineato da Crozza tra questi due personaggi che hanno aiutato lo “sputtanamento” e l’affondamento della barca “Italia Discordia”. “Italia Discordia”, perché ancora oggi, invece di cambiare radicalmente rotta e puntare verso un modello politico ed economico completamente diverso, si perde tempo in “guerre tra poveri”, “tassisti” contro “negozianti” piuttosto che “avvocati” contro” “trasportatori”, “sud contro nord” o così via. Quando la verità e ben altra. E’ quella di un popolo che è stato risucchiato dalla crisi in condizioni economiche sempre peggiori, che riguardano i giovani, precaria vita e senza speranza di una futura pensione, ed i meno giovani che perdono il lavoro a cinquant’anni e si ritrovano troppo vecchi per trovare un lavoro e troppo giovani per la pensione. La colpa della situazione non è di una categoria sociale precisa, a parte sicuramente di quelli che hanno goduto i privilegi di CASTA, ma di un intero paese che ha dilapidato un patrimonio di ricchezza, di cultura, di professionalità, di competenze negli ultimi 40 anni. Parlando con un antiquario napoletano, che lamentava, come tutti, la crisi, questo mi ha detto che rimpiangeva i tempi di Craxi, quando “i soldi giravano”… Ebbene, se l’Italia è in ginocchio dal punto economico e non solo, è anche merito del gran circo Craxiano dei nani e delle ballerine. Il circo che viveva con le mazzette del 20 o 30% su qualsiasi “affare”, il pizzo legalizzato con cui la CASTA POLITICA, e non solo, ha vissuto momenti veramente d’oro. A quell’epoca l’economia era DROGATA dalla corruzione e dalla (pazza) spesa pubblica. Si sono sperperate risorse e fatti debiti che ora le nuove generazioni si ritrovano “sul groppone”. E’ nata in quel periodo una classe (im)prenditoriale che viveva non sulle proprie capacità produttive ma semplicemente sulle “conoscenze”, sulle “raccomandazioni”, sulle “mazzette”, se non addirittura sugli accordi con le mafie. Non che l’epoca d’oro democristiana fosse stata immune da tutto ciò, però avveniva con maggiore discrezione, con una capacità di non esporsi mai troppo e non fare i “gargarozzoni” (termine romanesco molto efficace). Ed allora, che prospettiva abbiamo oggi? Basterà spremere ancora come limoni gli italiani per uscirne? La risposta è facile-facile: NO. Questa è una crisi del sistema economico occidentale, provocata dalle banche, dal picco del petrolio e dalla conseguenza lotta sempre più incessante per accaparrarsi le risorse energetiche del pianeta. Tra qualche mese si approfitterà del “problema del nucleare iraniano” per scatenare un nuova guerra contro l’Iran. In questo modo paesi come l’USA riusciranno in qualche modo a spostare gli occhi dell’opinione pubblica su qualcosa di diverso dalla crisi economica e sociale che investe anche loro. L’alternativa? Due le risposte. A livello individuale, iniziare il “cambiamento” da casa propria, dal proprio menage personale. Stili di vita virtuosi, abolire gli sprechi energia, acqua, diminuire drasticamente la produzione di rifiuti, applicare i concetti di “riutilizzo”, di km zero (visto il costo della benzina mi pare sia una conclusione inevitabile). Non accettare i “compromessi”, le “raccomandazioni”, ”le facili scorciatoie illegali” che spesso in Italia rappresentano il costume quotidiano per sbarcare il lunario. Insomma, anche nel proprio piccolo, combattere ogni forma di illegalità. A livello politico, interessarsi di persona alla “cosa pubblica”, non limitarsi a delegare con un voto ogni quattro anni ad un politico che parla bene e promette mari e monti e poi si fa, per tutta la legislatura, i fatti suoi. Cerchiamo di riunirci a livello locale in “gruppi di pressione” che cerchino di costringere gli amministratori pubblici ad affrontare i nodi irrisolti della gestione della cosa pubblica. E’ possibile, a solo titolo di esempio, che ancora ci sia tanta incapacità nella gestione dei rifiuti, nel gestire una seria raccolta differenziata veramente funzionante che abbatta almeno del 70% la quantità di rifiuti indifferenziati, cercando di arrivare alla famosa formula dei “rifiuti zero”? Perché accettare supinamente nuovi discariche e nuovi inceneritori, invece di modificare il proprio stile di vita in modo che ne risulti meno inquinamento e meno danni per la salute per tutti? Interessarsi di persona significa fare “le pulci” ai servizi pubblici che non funzionano, in quanto NON E’ CON LE PRIVATIZZAZIONI che si risolvono i problemi, ma con un funzionamento molto più trasparente dell’amministrazione pubblica e dei servizi pubblici stessi. LIBERTA’ E PARTECIPAZIONE diceva il buon Giorgio Gaber. E’ arrivato il momentio di partecipare attivamente alla vita del paese e non viverla soltanto da “consumatore teledipendente”. In molte città italiane nascono movimenti ANTI-CASTA uniti dalla voglia di cambiamento. Si parla di DEMOCRAZIA DIRETTA, di SOVRANITA’ POLITICA E MONETARIA dei cittadini, di RISPETTO PER L’AMBIENTE E PER IL BENE COMUNE, di LEGALITA’, di diritti ad una vita dignitosa per TUTTI, di libertà di potersi curare come si vuole, eccetera. Per chi vuole approfondire alcuni concetti ecco dei link molto interessanti (ce ne sarebbero molti di più, però intanto ho messo quelli più significativi):
http://transitionitalia.wordpress.com/cose-la-transizione-2/
http://decrescitafelice.it/
http://www.aspoitalia.it/
http://www.democraziadiretta.net/
http://retedeicittadini.it/ .
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