Abbiamo assistito nei MEDIA a grandi peana in onore di Mario Monti, neo-primo ministro italiano in pectore. Tutti a lodarne la sua professionalità e la sua figura di economista. Salvo poi leggere su internet alcuni particolari. Ad esempio, dal 2005 è international advisor per Goldman Sachs (una delle più grandi banche d'affari a livello mondiale), è advisor anche della Coca Cola Company, è presidente della Commissione Trilaterale per la regione Europea, ha partecipato ad alcuni incontri del Gruppo Bildemberg di cui è un esponente italiano "di punta" e così via. Il Prof. Monti è stato strettamente a contatto con i principali "poteri forti" economici a livello mondiale, la domanda è: farà veramente fino in fondo gli interessi dell'Italia o si farà coinvolgere dai suoi interessi professionali? Certo gioca a favore di Monti non solo il fatto di essere uno stimatissimo economista, anche quello di essere una persona molto schiva, riservata, semplice, assai lontana dal suo innominabile predecessore. Dicono che sia arrivato a Roma in treno con la moglie ed si sia insediato in un albergo romano da 140 euro a notte, ben lontano dai fasti dei berluscones. Una persona di quelle delle quali normalmente si dice: è una persona seria. Questo a detta di chi lo conosce e ha lavorato con lui o lo ha conosciuto come commissario europeo. Nota la sua battaglia contro Microsoft e la multona che inflisse al colosso americano. Non è da tutti sfidare l'uomo più ricco del mondo e vincere la battaglia legale contro uno staff di avvocati veramente stratosferico. Eppure Monti, durante la sua attività come commissario europeo riuscì a mettere su un formidabile gruppo di tecnici che affrontarono molto seriamente alcuni temi, come quello della concorrenza. Che è, da sempre, uno dei cavalli di battaglia di Mario Monti. Rileggendo i suoi articoli sul Corriere della Sera, oltre a rimandi costanti verso le liberalizzazioni, c'è sempre un "paletto fisso": quello delle "regole" dal punto di vista non solamente come antitrust ma anche contro i "conflitti di interesse". Sappiamo che l'Italia è la patria dei "conflitti di interesse", in tutte le salse, non soltanto quella, più evidente, Berlusconiana ma anche quella meno nota e ugualemente grave che vede i "soliti noti" nello stesso tempo nella veste di (im)prenditori, di banchieri (azionisti delle principali Banche e quindi anche della Banca d'Italia), di Editori, di costruttori, ecc ecc. Riuscirà a "rompere" questi intrecci malefici Mario Monti? Non crediamo proprio, però da lui ci si può aspettare qualche regola che non faccia diventare le "liberalizzazioni" semplicemente delle "Privatizzazioni" che in pratica diventino delle "regalie occulte" ai potentati economici con grande scorno degli interessi dello Stato Italiano. Le precedenti liberalizzazioni-privatizzazioni compiute da Romano Prodi ci porterebbero ad un pessimismo cosmico, comunque è doveroso dar credito a Mario Monti prima di criticarlo. Quindi gli auguriamo un "buon lavoro" sperando che riesca a trovare la quadratura del cerchio, ovvero rianimare l'economia del paese senza mettere sul lastrico migliaia di famiglie italiane.
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