Oggi parleremo di “Habemus Papam”, l’ultima fatica di Nanni Moretti.
Un film estremamente “morettiano”, in certe sue “uscite”, in alcuni momenti surreali. Un film su un argomento assai poco “morettiano” come può essere l’inquietudine di un cardinale appena eletto papa.
Sarà per l’argomento particolare, sarà per il fatto che Moretti non è particolarmente legato alle problematiche ecclesiastiche, il risultato è un film molto “sciolto”, molto “libero”, privo della pesantezza che talvolta ha caratterizzato qualche vecchio film del nostro.
Qui invece c’è un Moretti pimpante, sia come regista, che come attore, si vede che c’è del divertimento nella conduzione del plot, degli attori e dell’intero cast.
Il pignolo Nanni Moretti, l’incubo degli attori e dei tecnici delle troupe dei suoi vecchi film, sembra in questo film non esserci, sostituito da un Nanni Moretti più “fresco”, più dinamico e, forse, ma non avendo partecipato al film, resta solo un’impressione, meno “rompiballe” del solito. E lo dico sottovoce, in quanto moretti è molto affezionato alla sua figura di regista "antipatico e scostante"
La storia, quella di un cardinale che, eletto Papa, si accorge della propria inadeguatezza e si rifiuta di uscire a salutare la folla dalla finestra, come da tradizione. E da qui si snocciola la storia, di cui sarebbe un peccato anticipare qualcosa.
E’ un film che partendo da un’ottica inconsueta, descrive il rapporto tra uomo e potere.
In un intervista Moretti spiega che quello che voleva raccontare:
“Quella fragilità, quella vulnerabilità, quel senso di inadeguatezza che non appartengono solo a questo Papa, ma anche a spettatori e spettatrici che sono per fede, età, ambiente, idee molto diversi da lui e da ciò che racconto. Credo ci sia, ai giorni nostri, uno smarrimento, una difficoltà ad andare avanti che riguarda molti nella nostra società.”
Godibilissime alcune scene: come quelle dei cardinali durante il conclave, pezzi di comicità surreale, dal momento della scelta del papa in cui ognuno vorrebbe non essere l’eletto, al torneo di pallavolo, ai siparietti del finto papa alla finestra che muove le tende suscitando l’emozione dei cardinali.
Un grande Michel Piccoli, che parla con quel suo italiano francesizzato che rende ancora più fascino al personaggio, l’attore francese dimostra ancora un volta il suo grandissimo carisma davanti alla macchina da presa, nonostante l’età e il fisico appesantito. La sua maschera rende benissimo l’inquietudine di un uomo col peso di una responsabilità più grande di lui.
Gli altri attori, alcuni dei quali “morettiani” per eccellenza come Renato Scarpa, si dimostrano partners all’altezza del gioco di squadra. Rimangono in mente molti cardinali, l’attore pazzo, Margherita Buy in un piccolo ma significativo cameo.
Piccola tiratina di orecchie a Nanni Moretti per l’utilizzo veramente limitato di una attrice di grande talento come Manuela Mandracchia, francamente sottoutilizzata per una porticina che non le rende merito.
Sembra che il vaticano non l’abbia preso molto bene questo film, sarà per un certo umorismo “dissacratorio” che non risparmia nessuno, sia pure usato con moderazione, e a colpi di fioretto, sarà per aver ingrandito l’aspetto “umano” e rimpicciolito quello “religioso” e “dogmatico”.
Il papa inteso come uomo e non come magistero infallibile è un qualcosa di inaccettabile per la Chiesa Cattolica. E quel finale, che non sveliamo, è troppo choccante per un credente-praticante.
Invece io ho trovato il film divertente, misurato ma non ipocrita, in alcuni momenti scanzonato, in altri più introspettivo, riguardo ai sentimenti di uomo di fronte a questo enorme, imprevisto, cambiamento di vita.
Consiglio? Se proprio non siete degli Anti-morettiani impenitenti, andate a vederlo, è uno dei film meglio riusciti di Nanni Moretti, questo “antipaticissimo” e geniale regista, che rimane ancora oggi, tra i viventi, uno dei miei registi preferiti… e non si tocchi, per scaramanzia, il “vecchio Nanni”, che ha ancora tanta strada e tanti film davanti a sé….
Commenti