L’Ilva di Taranto è il più grande impianto siderurgico d’Europa. Anni fa dava lavoro a 30 mila persone, ora il numero è ridotto a 15 mila. L’Ilva emette nell’aria oltre il 10% di tutto l’ossido di carbonio prodotto in Europa. Nella storia dell’Ilva si contano 180 morti sul lavoro, 8 mila invalidi e circa 20 mila morti di cancro e leucemia.
Ho appena ascoltato l’interessantissimo reportage di Maurizio Bolognetti sui veleni di Taranto.
(lo si trova sul Podcast di Radio Radicale)
Scopro una realtà agghiacciante, che mi viene confermata facendo una breve ricerca su internet.
Non sono un giornalista, non pretendo quindi con questo post di chiarire tutto quanto ci sia da chiarire sull’argomento, voglio solo dare alcuni elementi su cui chi fosse interessato può ulteriormente approfondire.
Intanto scopro che:
Il governo Berlusconi ha varato il 13 agosto 2010 un decereto legge col quale:
si sospende una vecchia legge, valida dal primo gennaio del 1999, che poneva il limite di un nanogrammo al metrocubo di emissioni di benzoapirene. Fino al 31 dicembre del 2012, dice il decreto legge pubblicato il 15 settembre, nelle città superiori ai 150mila abitanti invece non ci sarà più alcun limite.
Questo equivale alla Libertà assoluta di inquinare.
(ma le deregulations sui limiti ambientali riguardano sia l’aria che l’acqua, ma di questo parleremo un’altra volta)
Taranto è da decenni sotto ricatto occupazionale da parte dell’Ilva. Posti di lavoro (comunque in calo) in cambio di salute per dipendenti e per gli abitanti di Taranto, esposti a molte decine di sostanze inquinanti che si propagano nell’aria e nelle acque. Tanto è che negli ultimi anni è stata trovata la diossina in molti allevamenti di animali, nelle campagne, nella pelvere che copre insidiosamente la città, nelle acque, praticamente dappertutto. Ma poi ci sono i metalli pesanti ed altre centinaia di sostanze pericolose.
La città ha seri problemi di salute, lo dimostrano i dati epidemiologici che mostrano valori anomali soprattutto in corrispondenza delle zone industriali di Taranto e Brindisi.
Per Taranto i cittadini più a rischio sono quelli che vivono nel quartiere di “Tamburi” di Taranto e dell’adiacente comune di Statte, i più vicini al grande polo industriale.
http://www.foggiaweb.it/ultimenotizie/?p=7862
Molto spesso negli studi epidemiologici a livello internazionale viene proprio preso in esempio il caso di taranto.
I rischi per i cittadini nell’inalare tutte le sostanze dannose provenienti dagli impianti dell’Ilva di Taranto sono mostrati molto chiaramente in questo interessante studio:
http://www.slideshare.net/adaIannotta/cabrini-29-6-09
Questo invece uno studio della Prof. Gentilini, particolarmente esperta in patologie da inquinamento, che tratta l'argomento in un'ottica più generale:
http://www.slideshare.net/frankieta/presentazione-gentilini-taranto-18-febbraio-2009-1047637?src=related_normal&rel=2448876
Ma cosa dice in proposito il Governatore Vendola?
Due anni fa se ne usciva con queste dichiarazioni:
(TRATTE DA ALCUNI GIORNALI)
“Le dichiarazioni fornite dal Ministro ci confermano quanto questo Governo sia inaffidabile sotto il profilo della tutela ambientale. Di conseguenza resta per noi prioritaria l’approvazione a breve di una legge regionale anti-diossine”.
29 ottobre 2008
Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno
“Sulla questione dell’Ilva da parte del Governo, per bocca del Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, si continua a fornire alla collettività tarantina e pugliese versioni dei fatti totalmente false. Taranto e la Puglia sono stanche di queste menzogne. La realtà è ben diversa”.
Lo afferma il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a commento della lettera al direttore pubblicata oggi sul quotidiano “La Repubblica”, firmata dal Ministro Prestigiacomo.
“Per 10 anni i governi regionali di centro-destra che ci hanno preceduto non si sono minimamente preoccupati di effettuare alcun tipo di studio e di controllo delle emissioni inquinanti nell’area industriale di Taranto, e in particolare dello stabilimento ILVA” prosegue Vendola.
Dopo di che Vendola inaugura, a Gennaio 2010, l’impianto di abbattimento fumi dell’acciaieria 2 dell’Ilva di Taranto. Con grande soddisfazione del “patron” dell’acciaieria, Riva.
Grandi fanfare ed il più grande risultato di questa inaugurazione è che l’Ilva non è più sotto il tiro dei monitoraggi ambientali, e neanche del buon Vendola, anche se, a detta di tutti gli abitanti dei dintorni, ben poco è cambiato da allora, dal punto di vista dell’inquinamento ambientale, tant’è che c’è voluto il decreto legge di cui sopra per consentire la prosecuzione delle attività per molti impianti, tra cui appunto quello di Taranto.
Forse allora non è sbagliato l’appellativo che qualcuno piuttosto “cattivello” ha dato al Governatore della Puglia: sVendola, visto che nel contempo il personaggio in questione è anche in prima linea nell’appoggiare l’utilizzo degli inceneritori nella sua Regione.
Inoltre Vendola, è bene ricordarlo, invece di puntare ad una efficiente azione di prevenzione con un serio monitoraggio ambientale, punta alla cura, tramite il San Raffaele, creando un polo ospedaliero “D’eccellenza” con finanziatori PRIVATI (Don Verzè, sì, proprio l’amico di Berlusconi!!).
Insomma in Puglia Vendola chiude alcuni ospedali pubblici e consente la creazione di un enorme business sanitario privato!
E queste operazioni riescono meglio con un "Vendola" piuttosto che con un governatore di area centro-destra, che avrebbe almeno qualcuno che si oppone. Così invece sono tutti d'accordo e una mano lava l'altra...
Ma di questo parleremo un’altra volta, altrimenti invece di un post sono costretto a scrivere un romanzo….
Infine, dato che le immagini parlano meglio di tante parole, ecco alcuni eloquenti filmati sulla tragica situazione di Taranto:
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commento cancellato in quanto pieno di insulti terze persone che non si possono difendere. Se il nostro lettore è convinto delle accuse, lo scriva in un suo blog e se ne assumi tutte le responsabilità.
grazie
Scritto da: | 04/25/2011 a 18:09