Idee sparse su un disastro ambientale

Pellicani raccolti da volontari nel Golfo del Messico, giugno 2010. Photo Credit: IBRRC
20 Aprile 2010.
Avviene uno scoppio nella
piattaforma Horizon, i
n uso alla BP, con conseguente serie di crolli ed incendi
e la fuoriuscita del petrolio.
E’ il giorno di inizio del più grande disastro ambientale della storia dell’umanità.
Stando alle accuse che Tyrone
Benton, addetto alla piattaform Horizon,
ha lanciato in un'intervista alla Bbc, la multinazionale petrolifera era stata avvertita settimane prima del disastro di un difetto nei sistemi di sicurezza dell'impianto, in particolare in uno dei due meccanismi di prevenzione delle esplosioni (Bop). Un congegno che, in caso di fuoriuscita di gas, avrebbe dovuto tagliare il tubo e sigillarlo per prevenire l'esplosione del gas ad alta pressione. Ma bisognava fare in fretta e gli addetti al controllo, ai quali era stata segnalata la cosa, hanno preferito spegnere il congegno affidandosi al buon funzionamento del suo gemello e inoltrare l'informazione via e-mail a Bp e a Transocean, proprietaria della piattaforma. Naturalmente è solo un’ipotesi e sarà chi di dovere che un giorno scoprirà le vere responsabilità di questo grande disastro.
E’ un vero disastro ambientale! Basti pensare che le stime attuali parlano di almeno 60.000 barili di petrolio, circa 10 milioni di litri, che si immettono nel Golfo del Messico ogni giorno!
E all’inizio si parlava di cifre
molto più basse, prima 1.000, poi intorno ai 5.000 barili !!
Ogni 4 giorni fuoriesce quindi un quantitativo pari a quello che causò l’immane disastro della Exxon Valdez, la petroliera che si incagliò il 24 marzo del 1989 in Alaska provocando danni serissimi all’ecosistema di un intero continente. (ed era solo una petroliera). Qui si tratta di un pozzo che continua a rilasciare in mare quantità enormi di petrolio ogni giorno.
Nel sito della BP, si parla,
riferendosi al 3 luglio 2010, di un totale di 25.195 barili
tra petrolio catturato e quello bruciato.
Tutto il
resto, ed è una cifra immane, si è in parte depositato sulle coste dei paesi prospicienti il golfo del messico e
la parte più importante probabilemente, si stà inserendo nella corrente del
golfo ed è in viaggio verso il nord europa, grazie anche agli uragano ed ai cicloni
assai frequenti in questo periodo. L’uragano Alex infatti ha impedito per
giorno alle squadre che operano nella zona di poter fare qualsiasi tipo di
intervento.
E’ possibile anche che, per un gioco di correnti e salinità del mare, e temperatura delle acque, il petrolio possa anche inabissarsi sott’acqua sparendo dalla vista per ricomparire da un’altra parte. Molti tecnici sostengono invece, a differenza di quello che dice ufficialmente la BP, che questo è molto probabile, in quanto una parte del petrolio non galleggerebbe.
I vari
tentativi di “tappare!” le falle con vari sistemi, i più fantasiosi, sono
miseramente falliti. Ci vorranno mesi per fare dei pozzi a lato di quello
incriminato in modo da ridurre la
pressione della riserva sottomarina di petrolio che alimenta i pozzi e così da
diminuire man mano la fuoriuscita del petrolio. E quindi il rischio è che
queste perdite continuino fino a settembre.
Non ho
neanche il coraggio di fare una semplice moltiplicazione per calcolare quale sarà la quantità di petrolio
che sarà dispersa nell’ambiente in tutto questo periodo. Una cosa folle.
E’ in arrivo
nel Golfo del Messico una nave coreana , detta "nave-balena" capace, secondo alcuni, di “scremare” l’acqua
marina separando il petrolio dall’acqua stessa.
-->
<-- fenditure della nave-balena
Vedremo.
Infine: La BP, colpita da pesanti accuse, ha promesso, di rimborsare tutti e tutto. Ma è evidente che i danni ambientali causati e quelli ai cittadini dei paesi che alla fine saranno coinvolti non potrà essere pagato neanche con tutto il capitale sociale e le proprietà che BP ha nel mondo. I titoli della società, nelle borse di tutto il mondo, sono scesi a livelli minimi, quindi la BP rischia fortemente il fallimento.
Infine alcune considerazioni:
-1 I tecnici e gli ingegneri prevedono sempre numerosi sistemi di sicurezza ma in questo caso, come nel caso di Chernobyl ed in molti altri, c’è qualche intelligentone che disattiva tali sistemi mettendo al rischio la salute di intere popolazioni. E’ l’ennesimo monito verso chi ancora vorrebbe il nucleare in Italia o altri impianti industriali ad alto rischio. Ci vuole solo decrescita felice ed energie rinnovabili in formato piccolo, non invadente, e con poco impatto ambientale. Lasciamo perdere anche gli impianti di rigassificazione, pericolosi anch’essi e tutto ciò che è impattante in termini ambientali. Si può cambiare registro, la “green economy” è una opzione che può aumentare la ricchezza e non diminuirla.
-2 Per il business di pochi è a rischio la salute di molti. Serve un forte controllo dello stato su tutte le attività industriali a rischio
-3 Di questa faccenda se ne parlerà a lungo e temo che tra qualche mese la marea nera supererà l’atlantico arrivando in europa e forse anche in africa. Aspettiamocelo!
Per il momento mi fermo qui, non prima di aggiungere una serie di filmati.
Video: sabbia gettata sopra petrolio?
le immagini censurate dalla BP
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