Giampilieri e Scaletta Zanclea, cronaca di un disastro annunciato.
Premesso che il cambiamento climatico degl ultimi 50 anni ha reso, nel nostro emisfero, le pioggie più rare di numero ma più forti di intensità, facendo diventare il nostro clima meno temperato e più soggetto a periodi di siccità seguito a periodi di piovosità eccessiva. Premesso questo e che la pioggia che ha provocato il disastro era molto forte (200 cm in poche ore), resta il fatto di un territorio saccheggiato e cementificato senza alcuna logica. Giampilieri Superiore è in una conca, sotto una montagna, in una posizione che coincide con l'impluvio naturale delle acque piovane di tutto il bacino circostante. Posizione a rischio che implica una sana gestione del territorio ed un attento monitoraggio di possibili situazioni a rischio (esondazioni e frane), con limitazione dell'edificazione ed un utilizzo di opere che contribuiscano alla stabilizzazione dei pendii e al defluimento delle acque. Ma per i sindaci e le autorità locali queste sono solo chiacchiere senza importanza, rappresentano l'ultimo dei loro pensieri, finchè non arriva la catastrofe.
Non occorre andare sul posto per capire. Quella che segue più sotto è una schermata di google-map. Le case sono costruite a 30 metri dal mare. Sotto fitte, si susseguono una accanto all’altra per chilometri. Senza lasciare spazi liberi dove eventuali masse d’acqua possano defluire indisturbate.
I pochi, piccoli fossi, che dovrebbero permette il defluire dell’acqua sono per lo più utilizzati come discarica abusiva per gettare vecchi elettrodomestici, calcinacci, ecc (testimonianza di ieri mattina a radiouno da parte di un cittadino del posto). Case costruite sul greto di torrenti, territorio dove regna la più completa incuria.
Le stesse zone furono colpite già nel 2007 da una alluvione che non fece vittime ma che già rappresentava un chiaro segnale (vedere foto seguente, Giampilieri nell’alluvione del 2007, dal sito di Repubblica.it)
Naturalmente, indignazione generale di tutti i politici, da Lombardo, governatore di “mamma regione”, che spende e spande per i suoi dipendenti ma non scuce un euro per i problemi importanti, a Miccichè, sottosegretario alla presidenza del consiglio, a Giuseppe Buzzanca, sindaco di Messina, che lamenta mancanza di fondi. Resterebbe da sapere chi ha autorizzato negli ultimi trent’anni la costruzione di edifici in zone a rischio, chi non ha realizzato le opere che dovevano essere realizzate, chi non controllato le discariche abusive, e così via.
Ma tanto siamo in italia, passata la festa gabbato lu santu.
Oggi dopo quasi due mesi si parla di tragedia dimenticata. Ma se ci dimenticassimo di essere Italiani?? Noi di ME sud pretendiamo giustizia!!!!! Non punire i colpevoli sarebbe la dimenticanza più grave.
Scritto da: Messina | 11/20/2009 a 00:11
Purtroppo non c'è una cultura della prevenzione.
Per esempio come era successo anche con i terremoti (che si sa che statisticamente, ogni tot. anni, hanno moltissima probabilità che si verificano in certi territori (esiste anche una mappa ben precisa)), quando poi si verifica il terremoto, allora si dice: "ma non si poteva prevedere": ok è vero, ma la probabilità statistica si conosce per via dello "storico" dei terremoti già avvenuti!
Qualche mese fa vidi un documentario, di Piero Angela, riguardo gli interventi che si potevano fare, al minimo, per salvaguardare abbastanza le vite umane: a seconda dei casi, se ricordo bene, la spesa stimata era tra 5000 e 10000 euro per una casa media: questi soldi valgono più delle vite umane che sono in una casa?
Scritto da: Fabrizio | 10/11/2009 a 12:26
bisogna piantarla con i buonismi: il dissesto ambientale non è fatalità ma frutto della speculazione edilizia prodotta dall'avidità umana e dalla mafia siciliana. E di cui sono responsabili anche le popolazioni che ci vivevano.
E giusto quindi che lo Stato spenda tutte le risorse per i soccorsi ma i soldi della ricostruzione dovrebbero venire solo da quegli enti locali ( comuni e regione) che hanno fatto in modo che avvenisse lo scempio idrogeologico. Altrimenti non ci si responsabilizza e certe tragedie saranno destinate a ripetersi.
Alluvione in Sicilia: ennesimo disastro annunciato. Per prevenire, stop ai fondi pubblici che finanziano la speculazione edilizia
Scritto da: fab | 10/05/2009 a 23:54