Ricevo e pubblico volentieri:
Vi scrive la Dr.ssa Agnese Pozzi, medico, consulente tecnico del Tribunale di Lagonegro in provincia di Potenza. Da oltre un anno sono coinvolta nella riflessione sugli accadimenti di Cogne in cui, per caso, mi sono imbattuta su medforum; da tempo, ho inviato comunicati, lettere, mail a quotidiani on line, blogs vari, siti dedicati, per quanto concerne i miei rilievi sulla perizia Viglino, Da oltre due anni, un neurochirurgo del Fatebenefratelli di Milano ha posto l’ipotesi di rottura di aneurisma con tutte le sequele ed ha pubblicato sul sito le sue contestazioni. Alla tesi della morte naturale mi sono aggregata, pur non condividendo l’eventualità prospettata dallo specialista. Grazie alla mia campagna stampa, il neurochirurgo andò in trasmissione dalla Palombelli; ma della mia tesi, nessuna menzione.
Il discostarmi nettamente dalla tesi del neurochirurgo (rottura spontanea di aneurisma o malformazione) è dettato da alcuni rilievi SCONCERTANTI sulla perizia Viglino, sfuggiti a tecnici, specialisti. e fatti dalla sottoscritta:
1) nelle conclusioni che Viglino pone al Giudice VIENE COMPLETAMENTE OMESSA la menzione di una frattura in regione occipitale, l’unica non esposta, di tipo “a mappamondo” che proprio per le sue caratteristiche è causata da impatto violento contro superficie ampia e piatta. Questo tipo di frattura, specialmente nei bambini, può certamente ripercuotere le sue onde d’urto da dietro in avanti, lungo le zone più fragili (cosiddetti interpilastri) del cranio e provocare fratture in regione fronto-orbitaria e parietale. Il dare rilievo a questa frattura (che io ritengo primaria nella dinamica traumatica), sconvolge totalmente la tesi di aggressione anteriore frontale.
2) Viglino, senza descrivere accuratamente ciascuna lesione anteriore (per la maggior parte di pochi millimetri ed imputabili più a lacerazioni), fa un’altra affermazione che lascia a dir poco perplessi: “alcune di queste fratture riguardano SOLO IL TAVOLATO ESTERNO”. Si dà il caso che l’impatto sulla superficie convessa del cranio dia luogo per prima e al contrario, a lesioni del tavolato interno in via prioritaria, proprio per il minore raggio di curvatura e poi a quelle del tavolato esterno. Come mai allora un’aggressione “frontale” frattura il solo tavolato esterno? Perché evidentemente le onde d’urto provengono dalla zona posteriore del cranio e si propagano con una direzione postero-anteriore ossia dalla concavità verso la convessità. E’ del tutto impossibile, stando la supposta violenza traumatica dell’aggressione frontale che si fratturi il solo tavolato esterno; al più i colpi avrebbero dovuto fratturare completamente entrambi i tavolati. Solo in base a questi due rilievi viene inficiata tutta la dinamica fratturativa, me c’è di più.
3) Si sostiene che la mano omicida abbia “attinto al cranio” come da una bacinella per proiettare gli spruzzi di sangue dappertutto. Dovendo dimostrare questo sospetto, sarebbe stato opportuno verificare se negli spruzzi di sangue ci fossero anche tracce di materia cerebrale e di cellule ossee; cosa che non è stata fatta. Neppure sono state fatte indagini volte ad accertare la presenza di succhi gastrici nel sangue proiettato insieme al vomito a getto, sempre presente nell’ipertensione endocranica, pur rilevata autopticamente da Viglino. E neppure sono stati esaminati i vasi della base cranica, ne microscopicamente né, come chiede il neurochirurgo, istologicamente.
Ho fatto anche altri rilievi e la mia “contro-perizia” è stata inoltrata l’anno scorso al Comando Regione Carabinieri di Basilicata, ma nessuno mi ha contattata, convocata, ascoltata. Perfino i Franzoni-Lorenzi continuano a cercare un assassino che NON ESISTE. Di conseguenza le mie riflessioni, (insieme a quelle dello specialista neurochirurgo), a memoria storica, sarà possibile leggerle su un libro appena edito dalla Giraldi di Bologna. Si dà il caso però che, dall’uscita del libro, io sia vittima di razzismo culturale in quanto l’autrice non fa assolutamente menzione della scrivente e di quanto pur presente sul libro mi appartiene; libro al quale ho collaborato attivamente, sostanzialmente e per più parti. Forse perché un piccolo medico di provincia fa “meno presa” rispetto al ridondante nome dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano. Forse perché i miei rilievi si ritengono sbagliati? Ma sono rilievi oggettivi e quindi esattissimi.
Sarò costretta ad intentare una causa di risarcimento danni.
Vi ringrazio dell’attenzione cordialità Agnese Pozzi
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aggiunta del 8 settembre 2008:
Non mi appassiona più questa telenovela su Cogne, ammesso che mi avesse appassionato in passato.
Vedo che la gente è ancora interessata e legge questo post a distanza mi mesi, anzi a questo punto di anni.
Rimango della idea puramente personale che la Signora Franzoni, sofferente di una grave forma depressiva, cosa che non mi pare trascurabile, abbia agito violentemente su Samuele, senza la volontà di ucciderlo, non credo cioè che lo abbia colpito con un oggetto puntuto per ucciderli, magari lo ha sbattuto violentemente uccidendolo di fatto, diciamo in modo "colposo", in preda ad una forte rabbia derivata dal suo stato depressivo che non l'aveva fatta dormire quella notte.
Si spiegherebbe così il fatto che continui a negare anche a sè stessa l'avvenimento.
L'ipotesi che in cinque minuti sia arrivato un killer dall'esterno per uccidere Samuele, magari per antipatia verso la famiglia, è una stupidaggine che non stà e non stava in piedi, nonostante gli equilibrismi di qualche avvocato in cerca di "gloria" che ci ha fatto una pessima figura...
Detto questo, spero che il tempo possa portare un pò di pace e serenità a tutti, anche se Samuele non ci sarà più comunque.
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