Non ho tutto il tempo che vorrei per leggere, altrimenti starei a leggere 24 ore su 24.
Di conseguenza il numero di libri che vorrei leggere è infinitamente superiore a quelli che riesco e leggere, per tempo (tengo da lavorà), per spazio (ho casa piccola), per soldi (i libri costano). E inoltre faccio fatica anche a leggere tutti i libri che ho in casa che ancora non ho letto.
Tra i miei scrittori preferiti, scusate la banalità, un posto di rilievo meritano i russi: Dostoevskij, Tolstoj e Cechov in particolare (li ho scritti bene? bah!), credo che la cultura russa in quel periodo abbia creato una generazione irripetibile di scrittori.
Volevo parlare oggi di "Delitto e castigo". Il tema è ancora modernissimo, la giustificazione dell'assassinio per fini superiori, l'idea di un "superuomo" che può agire, per il bene dell'umanità, compiendo dei delitti perchè giustificati da una morale più alta.
Lasciamo perdere ipotetici risvolti politici, visto che alcuni anni dopo la scrittura del romanzo, sull'europa e sul mondo si abbattè una straordinaria serie di regimi che, per ipotetici fini superiori, si macchiarono dei peggiori delitti. Analogamente, ancora oggi, leggendo alcune cronache nere, si scopre che chi compie un delitto spesso si autoassolve e giustifica il suo atto con motivazioni secondo lui "degne di valore".
Ma la grandezza del romanzo è nella descrizione psicologica di questo uomo nelle varie fasi, dalla preparazione del delitto (fase quasi di esaltazione mistica), alla fase confusa del compimento del delitto, alla fase successiva, della consapevolezza dell'unitilità del suo gesto e della impossibilità di scampare alle conseguenze del gesto stesso, anche quando la polizia sembra aver trovato altrove l'ipotetico assassino.
A quel punto, in preda ad una febbrile esaltazione ed a una autolesionistica voglia di mostrarsi, il protagonista si espone così tanto da non poter evitare di essere prima sospettato e poi arrestato.
La successiva condanna e deportazione appare come un'inevitabile epilogo di un simile dramma.
E invece, come un nuovo sole che spunta al termine di una lunga e tormentata notte, sorge infine l'Amore per Sonja, un amore purificatore e portatore di nuove speranze. Un romanzo disperato con invece un finale di speranza.
Il sapiente ritratto del mondo visto dagli occhi del protagonista, man mano che egli muta di stato d'animo sembra che le persone che gli stanno intorno diventino diverse, acquistino nuove prospettive...
Non sono un critico letterario e non trovo le parole giuste che vorrei. Quando un libro, un dipinto, un brano musicale, danno delle emozioni, colpiscono nel profondo, fanno parte di quella che si può definire "arte oggettiva". E "Delitto e Castigo" ne è un valido esempio.
Dico solo che leggere un libro come questo equivale a vedere 100 bei film o 1000 telefilm o 1 miliardo di reality. Ma io non ho la televisione e sono ben contento di leggermi i miei classici, e non solo loro...
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